L’ Istituto Nazionale Tributaristi (INT), per mano del suo Presidente Riccardo Alemanno, lo aveva scritto al neo Ministro dell’ Economia e delle Finanze, Daniele Franco, ed ora lo ha ribadito anche al Vice Ministro Laura Castelli ed al Sottosegretario Maria Cecilia Guerra, circa l’importanza del prossimo Decreto a sostegno delle attività produttive. Molto apprezzata inoltre la scelta di non utilizzare i codici ATECO quale parametro di individuazione che ha comportato discriminazioni nell’identificazione dei soggetti beneficiari dei contributi, è stato però sottolineato che sarebbe opportuno anche evitare l’applicazione di rigide percentuali delle perdite di fatturato (33%) che hanno cerato e creerebbero discriminazioni per i soggetti al di sotto di tale perdita e che sarebbe pertanto più equo applicare una percentuale all’effettiva riduzione di ricavi tra il 2019 ed il 2020, in tal modo il sostegno sarebbe proporzionale alla gravità della perdita subita da imprese e professionisti. L’INT comprende le difficoltà di copertura finanziaria di tale intervento, ma ha anche evidenziato che in questo drammatico momento storico, è necessario anteporre l’equità e la salvaguardia delle attività produttive alle ragioni di bilancio. Il Presidente dell’INT in tema di decreto sostegno, ha poi dichiarato: “ Apprezzo anche la volontà di superare i problemi connessi alle iscrizioni a ruolo che hanno generato cartelle per le somme non versate dai soggetti obbligati alle scadenze originarie. Il rinvio delle rate scadute relative alla c.d. pace fiscale deve trovare una soluzione che tenga presente le inevitabili difficoltà finanziarie in cui versano i contribuenti che vi hanno aderito, ma la risoluzione di queste problematiche deve essere accompagnata da una riforma del sistema fiscale, una semplificazione che vada a beneficio di tutti, soprattutto di chi con grande sacrificio ha sempre rispettato le scadenze dei versamenti erariali e contributivi, ad esempio iniziando dalla sburocratizzazione delle compensazioni dei legittimi crediti con i debiti verso la P.A., compensazioni oggi gravate da orpelli burocratici e costi aggiuntivi. Un segnale concreto per migliorare e rendere più equo il rapporto fisco-contribuente. ”
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