LA GRANA DEL BONUS COVID-19 IN DICHIARAZIONE DEI REDDITI

Quell’inutile slalom tra i quadri dei modelli Redditi 2021 per indicare i contributi a fondo perduto ricevuti nell’anno 2020.
Anche se gli importi dei contributi a fondo perduto non rilevano né ai fini delle imposte sui redditi, né ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive, le istruzioni dei modelli dichiarativi impongono la loro indicazione nei vari quadri. Indicazione, peraltro, che segue regole e modalità differenti a seconda che il contribuente: a) possieda redditi d’impresa (in ordinaria o in semplificata), b) possieda redditi di lavoro autonomo, c) oppure sia un contribuente minimo o forfetario.
Inoltre, proprio perché tali importi non devono essere assoggettati a tassazione, se ne chiede: 1) o l’indicazione in campi appositi del quadro che impediscono il concorso degli importi alla formazione del reddito imponibile (come nel quadro RE), 2) oppure si costringe il contribuente a indicarli sia tra le variazioni in aumento del reddito, sia tra quelle in diminuzione (come nei quadri RG).
Non basta? Oltre all’obbligo di indicare i contributi a fondo perduto nei quadri dei redditi, i contribuenti dovranno esporli anche nel prospetto relativo agli aiuti di Stato ricevuti nel 2020. Una complicazione della quale non si capisce realmente il motivo. È noto infatti che le informazioni sui vari contributi a fondo perduto erogati nel corso del 2020 sono perfettamente conosciute dall’Agenzia delle Entrate. La richiesta di tali contributi è avvenuta infatti sulla base di specifica istanza che i contribuenti hanno inviato proprio all’Agenzia delle Entrate, la quale ha anche materialmente provveduto ad effettuare i pagamenti a favore dei richiedenti.

E allora perché chiedere ai contribuenti di indicare tali dati in più quadri dei modelli Redditi 2021, quando esistono almeno due disposizioni normative che prevedono espressamente che al contribuente non possono, in ogni caso, essere richiesti documenti o informazioni già in possesso dell’Amministrazione Finanziaria o di altre amministrazioni pubbliche (l’art. 18 L. 241/1990 e l’art. 6 L. 212/2000)?
Stando alle dichiarazioni dei vertici dell’Agenzia delle Entrate (audizione del direttore Ruffini alla commissione di vigilanza sull’Anagrafe tributaria del 5.05.2021) l’obbligo posto a carico dei contribuenti di indicare i contributi a fondo perduto nelle dichiarazioni 2021, si è reso necessario per fornire alcune informazioni non in possesso dell’Amministrazione Finanziaria. Nello specifico tali informazioni sarebbero la dimensione del soggetto richiedente e la sua forma giuridica.
Da tale affermazione deriva che nel c.d. grande fratello fiscale costituito da ben 161 banche dati, l’Amministrazione Finanziaria non ha possibilità di ricavare 2 informazioni di base come queste.
Ma anche volendo ammettere una tale carenza informativa, appare abbastanza evidente che si poteva ovviare semplicemente chiedendo tali informazioni, senza costringere i contribuenti a compilare sia il prospetto aiuti di Stato dei modelli dichiarativi, sia i quadri dei redditi d’impresa, di lavoro autonomo e dei regimi ad imposta sostitutiva (minimi e forfetari).

Questo inutile obbligo, peraltro, può essere anche fonte di sanzioni. Le istruzioni alla compilazione dei modelli Redditi 2021 affermano infatti che l’indicazione nel prospetto aiuti di Stato del quadro RS è condizione indispensabile per la legittima fruizione degli importi erogati. Quindi, un errore nell’indicazione dei contributi a fondo perduto potrebbe comportare la revoca del beneficio, oltre ovviamente alle sanzioni del caso. Se così fosse, al danno si aggiungerebbe addirittura la beffa.
Quell’inutile slalom tra i quadri dei modelli Redditi 2021 per indicare i contributi a fondo perduto ricevuti nell’anno 2020.
Anche se gli importi dei contributi a fondo perduto non rilevano né ai fini delle imposte sui redditi, né ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive, le istruzioni dei modelli dichiarativi impongono la loro indicazione nei vari quadri. Indicazione, peraltro, che segue regole e modalità differenti a seconda che il contribuente: a) possieda redditi d’impresa (in ordinaria o in semplificata), b) possieda redditi di lavoro autonomo, c) oppure sia un contribuente minimo o forfetario.Inoltre, proprio perché tali importi non devono essere assoggettati a tassazione, se ne chiede: 1) o l’indicazione in campi appositi del quadro che impediscono il concorso degli importi alla formazione del reddito imponibile (come nel quadro RE), 2) oppure si costringe il contribuente a indicarli sia tra le variazioni in aumento del reddito, sia tra quelle in diminuzione (come nei quadri RG).Non basta? Oltre all’obbligo di indicare i contributi a fondo perduto nei quadri dei redditi, i contribuenti dovranno esporli anche nel prospetto relativo agli aiuti di Stato ricevuti nel 2020. Una complicazione della quale non si capisce realmente il motivo. È noto infatti che le informazioni sui vari contributi a fondo perduto erogati nel corso del 2020 sono perfettamente conosciute dall’Agenzia delle Entrate. La richiesta di tali contributi è avvenuta infatti sulla base di specifica istanza che i contribuenti hanno inviato proprio all’Agenzia delle Entrate, la quale ha anche materialmente provveduto ad effettuare i pagamenti a favore dei richiedenti. E allora perché chiedere ai contribuenti di indicare tali dati in più quadri dei modelli Redditi 2021, quando esistono almeno due disposizioni normative che prevedono espressamente che al contribuente non possono, in ogni caso, essere richiesti documenti o informazioni già in possesso dell’Amministrazione Finanziaria o di altre amministrazioni pubbliche (l’art. 18 L. 241/1990 e l’art. 6 L. 212/2000)?Stando alle dichiarazioni dei vertici dell’Agenzia delle Entrate (audizione del direttore Ruffini alla commissione di vigilanza sull’Anagrafe tributaria del 5.05.2021) l’obbligo posto a carico dei contribuenti di indicare i contributi a fondo perduto nelle dichiarazioni 2021, si è reso necessario per fornire alcune informazioni non in possesso dell’Amministrazione Finanziaria. Nello specifico tali informazioni sarebbero la dimensione del soggetto richiedente e la sua forma giuridica. Da tale affermazione deriva che nel c.d. grande fratello fiscale costituito da ben 161 banche dati, l’Amministrazione Finanziaria non ha possibilità di ricavare 2 informazioni di base come queste. Ma anche volendo ammettere una tale carenza informativa, appare abbastanza evidente che si poteva ovviare semplicemente chiedendo tali informazioni, senza costringere i contribuenti a compilare sia il prospetto aiuti di Stato dei modelli dichiarativi, sia i quadri dei redditi d’impresa, di lavoro autonomo e dei regimi ad imposta sostitutiva (minimi e forfetari).Questo inutile obbligo, peraltro, può essere anche fonte di sanzioni. Le istruzioni alla compilazione dei modelli Redditi 2021 affermano infatti che l’indicazione nel prospetto aiuti di Stato del quadro RS è condizione indispensabile per la legittima fruizione degli importi erogati. Quindi, un errore nell’indicazione dei contributi a fondo perduto potrebbe comportare la revoca del beneficio, oltre ovviamente alle sanzioni del caso. Se così fosse, al danno si aggiungerebbe addirittura la beffa.

Fonte: https://www.tutelafiscale.it/la-grana-del-bonus-covid-19-in-dichiarazione-dei-redditi/